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Comune di Prato
I segni del territorio

Georeferenziazione delle carte storiche

Ogni metro quadrato (o meglio ogni braccio quadro) del territorio di Prato è stato oggetto di restituzione cartografica nel Catasto ferdinandeo leopoldino della prima metà del XIX secolo. Ciò significa che qualunque sia l'area di interesse, la ricerca avrà un esito positivo: quell'area è certamente stata oggetto di un rilievo storico prodotto tra XVI e XIX secolo. Ovviamente questo non esclude che molte aree siano integrate in precedenti restituzioni cartografiche raccolte e georiferite in specifici layers, sulla Carta Tecnica Regionale: il presupposto territoriale e cartografico del sistema informativo toscano.

L'esercizio della georeferenziazione risulta complesso e ricco di insidie. Le fonti esaminate testimoniano, limitandosi ad un solo esempio, di una tecnica di restituzione cartografica che corre dall'assenza di scala alla variazione infinita dei rapporti utilizzati da agrimensori e tecnici alternatisi nei secoli e nelle committenze.

Ne I Segni del Territorio, nei layers 1-10, abbiamo scelto di digitalizzare a video tematismi poligonali che riconducono ai limiti della carta storica. La diretta sovrapposizione sulla carta di base della carta storica ovvero la georeferenziazione sviluppata con la tecnica dei punti riconosciuti/riconoscibili - particolarmente nel caso delle carte prive di scala e, più in generale, per tutta la cartografia pregeodetica avrebbe condotto ad un inaccettabile livello di approssimazione e ad un'eccessiva distorsione degli originali. Un'intuizione che ha trovato conferma dopo la divulgazione di numerose applicazioni GIS nell'ambito cartografico pregeodetico e geodetico, dove i livelli di tolleranza possono variare, a mero titolo indicativo, dai 20 e più metri ai 5-7 metri.

Si tratta di valori che divengono intollerabili non solo nell'analisi dell'insediamento sparso, del reticolo viario ed idrografico o della ricostruzione dell'uso dei suoli, quanto piuttosto nel caso di una maglia insediativa, anche non troppo fitta (come nell'esempio dei borghi rurali riprodotti nelle stesse mappe catastali) dove un'oscillazione di + - 2 metri, in aree che hanno successivamente conosciuto una significativa crescita e trasformazione del patrimonio edilizio, crea grossi problemi di identificazione dell'edificato più antico. D'altro canto i fattori di correzione imposti dalla georeferenziazione di tipo matematico rappresentano un pesante manipolazione che se da un lato consente (con limiti ed inesattezze ampiamente riconosciute dagli stessi operatori), l'inserimento della carta corretta in uno spazio geografico geometricamente noto dall'altro rischia l'impropria ed insidiosa associazione tra elaborato corretto e carta originale.

Differentemente, nei layers 11-18, si è proceduto alla diretta sovrapposizione della viabilità e dell'insediamento storico sugli omologhi shape file prodotti dal Centro Elaborazione Dati che illustrano lo stato attuale. La ricostruzione dell'antica maglia viaria ed insediativa si origina dai tre grandi rilevamenti cartografici "seriali" del Granducato (Catasto ferdinandeo leopoldino, plantari comunitativi e Atlante dei Popoli e Strade dei Capitani di Parte Guelfa, rispettivamente XIX, XVIII e XVI secolo) e dal confronto con le successive produzioni cartografiche dell'Istituto Geografico Militare (la serie storica degli anni 1873-1951) e della Regione Toscana (i cosiddetti mosaici catastali).

Nel caso dell'insediamento, lo shape elaborato dal CED si origina dal calcolo delle altezze "in gronda" dei diversi elementi che vengono a comporre il fabbricato. Dunque lo shape assume un carattere pseudo tridimensionale che distingue e separa i diversi livelli del medesimo corpo di fabbrica. Al contrario, i fogli di mappa catastale del 1830 e le carte del plantario comunitativo della fine del XVIII secolo restituiscono un edificato di carattere bidimensionale privo della distinzione nelle altezze. Da ciòònseguire che laddove nel foglio di mappa catastale un edificio venga rappresentato da un unico simbolo, questi venga riprodotto nello shape da piùmenti.

I layers dell'insediamento storico segnalano gli edifici che ospitano o hanno ospitato strutture e/o fabbricati riconducibili, quantomeno, alla prima metà del XIX secolo. Specifiche campiture cromatiche segnalano l'eventuale approssimazione della georeferenziazione e la certezza della avvenuta demolizione o demolizione/ricostruzione dell'edificio. Gli stessi layers restano soggetti ad una successiva valutazione dei livelli e dei valori della persistenza. Le persistenze rilevate nei layers 11 e 12 risultano inferiori ai numeri reali. Il rilevamento della Parte e il plantario settecentesco hanno la funzione di distribuire il carico fiscale del mantenimento della viabilità pubblica sulle proprietà frontiste. In entrambe le fonti viottole interpoderali, viabilità privata, maglia insediativa che su di esse si dispone, vengono meno. Diversamente, il catasto geometrico particellare garantisce la piena restituzione delle porzioni di territorio disegnate nei fogli di mappa.

All'interno del perimetro murato, la disponibilità del cosiddetto catastino associato alla "scala architettonica" della maggior parte delle rappresentazioni storiche, ha in molti casi permesso una georeferenziazione che giunge a sovrapporre i singoli ambienti all'interno degli attuali fabbricati.

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