Cenni sul sistema fiscale granducale
L'apparato amministrativo del Granducato, strutturava il sistema di percezione delle imposte organizzando "una gerarchia di organi locali che dal vicariato e dalla podesteria giungeva fino a quella minima entità amministrativa anticamente ricalcata sulle circoscrizioni parrocchiali, che è il popolo".
Quello che forse impropriamente abbiamo chiamato Distretto Pratese già in periodo medioevale era diviso in Ville, popoli e sobborghi. Ogni popolo, dal punto di vista amministrativo, faceva capo agli ottavi della terra, ovverosia quelle porzioni di territorio che,a loro volta si richiamavano alle porte della mura antiche della città (Porta S. Giovanni, Porta Serraglio, Porta Gualdimare, Porta Fuia, Porta S. Trinita, Porta a Corte, Porta Capodiponte Porta Tiezzi).
Lo schema proposto parrebbe di una semplicità disarmante, tuttavia grossi problemi sorgono al momento in cui riconosciamo che che le circoscrizioni prese in considerazione dalle imposizioni fiscali del libero comune e, successivamente, del Granducato hanno subito, nel tempo, consistenti modificazioni. Dalla seconda metà del XIV secolo, con la costruzione della nuova cinta muraria, le porte che un tempo si affacciavano sui sobborghi divennero parte integrante del tessuto urbano, lasciando spazio ad altre unità amministrative aldila delle mura. In questo senso le circoscrizioni del "contado" non riconobbero necessariamente negli ottavi un punto di riferimento geo-topografico. Lo stesso Fiumi ha sottolineato come l'accorpamento di una serie di popoli fu "improntato esclusivamente a criteri di ordine fiscale nel senso che gli spostamenti [da un ottavo ad un altro] erano determinati dall'opportunità di equilibrare o correggere i contingenti delle libre [le imposte] di cui ogni unità amministrativa doveva rispondere".
Le variazioni e lo slittamento dei toponimi, la scomparsa, l'accorpamento, la ridefinizione di intere circoscrizioni sono fenomeni che hanno caratterizzato il distretto di Prato al pari di altre aree amministrativo-fiscali e ostacolano, oggi, la messa a fuoco delle aree di pertinenza di popoli e sobborgi. D'altro canto simile esigenza risulta a nostro avviso imprescindibile per comprendere, organizzare e sfruttare a livello comparativo le stime demografiche e le valutazioni operate dagli storici nonché, contemporaneamente, fornire un punto di riferimento per la ricerca sulle aree extraurbane.